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domenica 13 luglio 2014

Recensione: Le porte dell'Inferno si sono aperte attenti al gradino di John Connolly



Ciao, oggi vi voglio presentare un libro molto particolare.
Vediamo i dati basi e poi vi dico cosa ne penso.

Titolo: Le porte dell'inferno si sono aperte attenti al gradino.
Autore: John Connoly
Casa Editrice: Salani Editore
Pagine: 302
Prezzo: 16.90 (Ma ovunque si trova a molto meno. Amazon, per esempio, lo mette solo a 7.56 euro, addirittura con Amazon Prime)

SINOSSI:

«Spettabile CERN, mi chiamo Samuel Johnson, ho undici anni. Credo di aver trovato la vostra particella di energia scomparsa, o di sapere dov'è finita. Dovrebbe trovarsi nella cantina della casa in Crowley Avenue 666, di proprietà dei signori Abernathy, nella città di Biddlecombe, Inghilterra. È molto azzurra e puzza di uova marce. L'energia, non Biddlecombe. Si è materializzata là sotto alle 19.30 precise, ora di Greenwich, del 28 ottobre. Vi allego la scansione di un mio disegno di quello che ho visto in cantina. Cordiali saluti, Samuel Johnson. PS: sono sicuro che il signore e la signora Abernathy siano posseduti da demoni: forse stanno usando l'energia per aprire le Porte dell'Inferno».

IL MIO VOTO:

4+/5 draghi


 +


IL MIO PARERE PERSONALE

Chiariamolo subito: siamo in un libro dello stesso stile di Lemony Snicket, quei libri che contengono humor nero, personaggi grotteschi e che ti strappano qualche risata.

Se NON amate questo genere di libri, questo titolo NON fa per voi.
Se invece ne siete appassionati come me, beh... accoglietelo a braccia aperte.

Come avviene per questi titolo leggeri, a volte si cade nel pensiero che dietro non ci siano una fonte di studio, che si sia solo scritta la storia (è un convinzione generale del fantasy... evabbè tanto è fantasy, che ci vorrà mai?).

Questo libro toglie ogni dubbio sul fatto che un titolo leggero possa nascondere qualcosa di istruttivo all'interno. È zeppo di cose istruttive!

Partiamo con la miglior spiegazione sulla teoria del Big Bang che io abbia mai sentito (valida per adulti e bambini):

In principio, per essere ragionevolmente precisi circa 13,7 miliardi di anni fa, c'era un minuscolo puntino. Il puntino, caldissimo e incredibilmente pesante, conteneva tutto ciò che esisteva o sarebbe esistito, concentrato nell'area più ridotta possibile. 
Pieno com'era, si trovava sotto un'enorme pressione, motivo per cui esplose, sparpagliando debitamente tutto ciò che esisteva o sarebbe esistito per quello che da lì in poi sarebbe diventato l'universo.
Gli scienziati chiamano questo evento Big Bang, anche se in realtà non ci fu nessun grosso bang perché accadde in ogni luogo e tutto in una volta.

Questo estratto è anche l'incipit del libro. (Approfitto per votarlo così risparmio un post. Gli assegno 5/5 draghi!). 

Come dire: tutto si può spiegare basta saperlo fare. Tra l'altro il capitolo continua (il titolo è In cui si forma l'Universo che sembra un ottimo punto da cui cominciare) e vi consiglio di leggerlo e di consigliarlo a chi non ha capito un tubo della teoria del Big Bang ^_^ (O per i ragazzi che la devono studiare).



Ma cosa c'entra il Big Bang con la storia? C'entra perché un gruppo di scienziati sta utilizzando un collisore (per scoprire la particella primordiale, quella del Big Bang) (ah sono quelli del CERN di Ginevra, il collisore esiste davvero: occhio) mentre in una losca cantina qualcuno fa una sorta di 'seduta spiritica'. E qui iniziano i guai: questi due eventi si uniscono e permettono la parziale apertura di un portale tra il nostro mondo e il mondo dei demoni.

I demoni sono brutti e cattivi come si dipingono. Quasi tutti. Alcuni sono brutti, ma cattivi un po' meno. Vorrebbero solo stare in santa pace nel loro stagno o nel loro angolino.
Facciamo quindi la conoscenza di Nurd, un simpatico demone poco incline alla cattiveria, che desidera solo migliorare la sua esistenza (è stato isolato praticamente in mezzo al nulla). E se la sua esistenza è a bordo di un'automobile ancora meglio.

(Nurd me lo immagino un po' come Dobby)



Nurd aiuterà il protagonista (Samuel) e i suoi amici (compreso il cane) a chiudere il portale. Ovviamente prima succederà veramente di tutto. 

Lo stile dell'autore è molto scorrevole, nonostante l'uso di molti avverbi che, in questo caso, sono quasi un obbligo per il tipo di narrazione.

La cosa che più mi è piaciuta è il gran contenuto di informazioni che vengono snocciolate nel libro e nelle note (ce ne sono tantissime, tutte esilaranti) che non stancano perché sono presenti alla fine della pagine.
Si impara qualcosa, o almeno si ricorda, con una naturalezza unica (e per questo penso che questo titolo sia molto adatto ai ragazzi).
Facciamo un altro esempio:

"Oh, senti, non è complicato. Il concetto è che devo diventare qualunque cosa che ti faccia paura. Ho scelto la cosa con i tentacoli che fa squish squish perché, be', è un classico".
"Sì? Allora sei un po' come un polipo?"
"Un po', suppongo" ammise quello.
"A me piacciono i polipi".
"Polpi" corresse il demone. "Ma non vi insegnano niente a scuola?".

Eh già, me lo domando anche io. Quanti chiamano i polpi, polipi (che invece sono i coralli)?.

Per concludere libro consigliatissimo. Ma ripeto: deve piacere il genere. Poi non dite che non vi ho avvisato, eh? ^_^

Consigli di procurarvelo su Amazon, ha un prezzo piccolissimo


lunedì 19 maggio 2014

Incipit Mania #12: Power e Relationship di Susan Mikhaiel



Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione

Oggi è il turno di un doppi incipit relativo a The Black Rose Saga: una lettura molto particolare di cui vi parlerò fra breve.

Andiamo per prima cosa con Power




Erano da poco passate le 15.00 quando l'aereo atterrò sulla pista. Una giovane e bella ragazza scese dal velivolo accompagnata dalle due sorelle e dalla madre. Lunghi capelli rossi e mossi le adornavano il volto, un enorme ciuffo liscio cadeva perfettamente sul lato destro del viso e gli occhi color carbone erano penetranti quanto meravigliosamente innocenti.

(per onesta dico che in realtà c'è un piccolo refuso, ma non ne ho tenuto conto perché è dovuto a questioni tecniche di conversione file e non di svista).

Un inizio all'aeroporto mi piace: dà idea di novità, di nuova vita, di nuove avventure. Peccato la descrizione della ragazza... occhi penetranti e meravigliosamente innocenti non mi mostrano nulla (e se devo dirla tutta le ragazze dagli occhi innocenti mi ispirano anche poca simpatia).

Voto 3/5 draghi




Ed ora l'incipit di Relationships






La notte regnava incondizionatamente, accompagnata da soffice nebbia e gelide folate di vento. L'uomo era lì, unico umano nella dimora della morte, perso nei suoi pensieri. 

Penso che basti così, senza dilungarsi troppo. Questo incipit mi piace molto, in poche righe crea curiosità (unico umano) e ci immerge nelle atmosfere dark tipiche di questo libro (notte nebbiosa e gelata e dimora della morte).

4/5 draghi





Secondo voi i voti dell'incipit rispecchieranno quelli degli interi romanzi? Lo saprete presto, restate sintonizzati!

giovedì 12 dicembre 2013

Incipit Mania # 11: Il ragno e l'iguana di Elisa Vangelisti




Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione

Oggi è il turno de "Il ragno e l'iguana" di Elisa Vangelisti





Senza ombra di dubbio, sembravo delicata. Sin da piccola mangiavo pochissimo. come qualcuno che sta per morire. Ho sempre avuto un'affinità con la morte, quasi come fossi una farfalla. La farfalla non è la trasformazione di un bruco e non è la sua morte, ma è come se lo fosse. È l'ultimo stadio, dopo non c'è niente.


Incipit fisolofico. :) . Non è una strategia che mi è particolarmente gradita, ma potrebbe risultare efficace. Si comincia a introdurre il concetto di morte, affatto banale in un libro che parla di vampiri. Ci introduce anche al fisico gracile della protagonista, cominciamo quindi a farci un'idea di lei (idea già, volontariamente o no, fatta già guardando la bellissima copertina).

Il riferimento alla farfalla non è male, se non per il fatto che l'animaletto non torna più. La protagonista, infatti, è il ragno. Che di farfalle... in realtà... si nutre!

voto

3/5 draghi





sabato 21 settembre 2013

Incipit Mania # 10: L'Inquisitore di Lagoscuro di Laura Caterina Benedetti

 
Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione
L'Incipit di oggi è dedicato a "L'Inquisitore di Lagoscuro" di Laura Caterina Benedetti.
 

 
 
«Perché sei venuta qui, Erminia? ».
La giovane donna sussultò a quella domanda: le sue dita si serrarono intorno alle sbarre di ferro e lo sguardo ebbe un lampo di dolorosa sorpresa.
«Come puoi chiedermi questo, Teodoro? Volevo chiederti ancora una volta… prima… prima del processo»
 rispose in un sussurro appena percettibile, con parole che tremavano tra le lacrime.
Per alcuni istanti non si udì altro che il crepitio della torcia e il gocciolio di acqua stagnante in qualche fessura della pietra.
 
La scelta dell'autrice è stata quella di iniziare la sua opera con un dialogo. È una scelta che viene fatta da molti autori, ma è da considerarsi audace. L'incipit dovrebbe catturare immediatamente l'attenzione. Da una parte un dialogo potrebbe avvicinare gli amanti delle opere molto dialogate, dall'altro potrebbe essere difficile far partire una conversazione nel modo giusto.
L'autrice in questo caso "sa fare il suo mestiere". La domanda «Perché sei venuta qui, Erminia? » ci dà subito diverse informazioni utili: che ci sono almeno due interlocutori, che una delle due (presumibilmente una protagonista) si chiama Erminia e l'azione è già in corso. La ragazza si "è spostata" per andare a trovare qualcuno o fare qualcosa.
Da un'azione statica, come può essere un dialogo, c'è un dinamismo intrinseco.
Inoltre la sbarre di ferro mostrano una prigione, anche se non viene nominata. Le lacrime e le parole tremolanti mostrano l'emozione.
Il crepitio della torcia ci catapulta in un'epoca senza tecnologia, senza necessità di specificarlo, e il gocciolio di acqua stagnante in qualche fessura della pietra ci fa immergere in un sotterraneo.
Ottimo inizio. Veramente! Complimenti!
Voto 5/5 draghi
 

domenica 18 agosto 2013

Incipit Mana # 9: Oltre i confini - Il tocco degli spiriti antichi di Noemi Gastaldi



Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione

L'incipit di oggi è dedicato a "Oltre i confini - Il tocco degli spiriti antichi di Noemi Gastaldi"


Siamo davvero in grado di comprendere quel limite sottile
che separa la percezione dal disturbo mentale?
Lucilla aveva dodici anni ed era nata e cresciuta in un paesino
dell’alta val di Susa. Qualcuno sosteneva che potesse vedere
gli spiriti. I fantasmi, gli abitanti di un’altra dimensione, i pensieri
solidi di altre persone. Altri sostenevano che soffrisse di allucinazioni.

Normalmente le domande all'interno dei libri non mi fanno impazzire. Però non bisogna fare di tutta l'erba un fascio e nello stile e nel libro di Noemi Gastaldi secondo me un inizio così ci sta più che bene. Lo dico perché ho già letto il libro? Probabile, ma cosa ho pensato la prima volta che ho letto questo incipit? Mi ha fatto conoscere immediatamente la voce narrante e m ha introdotto immediatamente nel tema dell'intero libro, senza mezzi termini. Questo inizio ti dice: questo è quello di cui si parlerà o sei con me o contro di me. Una buona, e soprattutto funzionale, accoglienza.

Voto 4/5 draghi


Ci vediamo presto con la recensione del libro!

giovedì 1 agosto 2013

Incipit Mania # 8: Darkwing di Davide Cencini



Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.

L'incipit di oggi è dedicato a Darkwing di Davide Cencini





IL TRAMONTO era ormai passato da un pezzo, ma gli abitanti di Andorr non se n’erano accorti. Già da due giorni una coltre di nubi nere e impenetrabili oscurava il cielo, rendendo vago lo scorrere della giornata nella cittadina. Malgrado fosse iniziata l’estate, da qualche giorno il sole era stato spazzato via da un’improvvisa ondata di maltempo. La pioggia incessante che scendeva giù a catinelle non faceva che aumentare la monotonia del quadro e ingrigire l’atmosfera. La stradina in terra battuta che s’incuneava tra le modeste abitazioni verso la piazza centrale si era trasformata in un rigagnolo di fango.


Iniziare un libro con la descrizione del paesaggio è una scelta abbastanza classica. Si può dire "si va sul sicuro" perché, in teoria, l'immaginazione viene subito stimolata.
Anche l'intuizione del tempo atmosferico non è male, è fortemente legato a tutte le nostre giornate e rende estremamente realistico il racconto. Purtroppo, spesso e volentieri, alcuni autori se ne dimenticano, lasciando scorrere la narrazione in una sorta di "Eden", mai troppo caldo, mai troppo freddo, dove non piove mai.


Purtroppo, però, le primissime righe non partono subito in quarta. Raccontano solo quello che succede, senza mostrarlo. L'attenzione viene subito spostata sugli abitanti di Andorr (e quindi cosa ci dobbiamo immaginare?) e sul loro vago scorrere della giornata.

Meglio nella seconda parte, dove visualizziamo la pioggia che scende a catinelle e che si incunea nella stradina di terra battuta che si trasforma un un rigagnolo di fango.

Infine, non ho gradito la scelta di iniziare il capitolo con parole maiuscole, ma questo, lo ammetto, è solo una questione di gusti.

Un incipit medio quindi... 3 draghi!



ma che già dico che non rende giustizia al libro. A breve posterò la recensione e capirete perché.

A presto

PMP

domenica 7 luglio 2013

Incipit Mania # 7: Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.
L'incipit di oggi è dedicato a Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano.


Roma, 786 a.U.c, ottavo giorno prima delle calende di Iulius (33 d.C., 24 giugno)

L'ombra degli alberti si allungò sulla via lastricata lungo il Celio, sfiorando la folla e regalando a coloro  che stavano accalcati un po' di refrigerio. Qualcuno era lì da parecchio, restio a rinunciare alla bella vista. Altri, appena arrivati a suon di gomitate tra le costole, calli pestati e toghe strappate dalla foga, si stavano guadagnando un posto in prima fila.

Che dire?

L'immaginazione è subito stimolata. Lavora egregiamente per costruire nella mente un'ombra che si allunga (e di conseguenza immerge subito nella parte del giorno in cui si svolge l'azione). In una sola frase, oltretutto, condensa anche l'informazione del luogo (il Celio) e descrive anche l'ambiente una via lastricata. Ottimo!
Continuando ci si immerge nella calura, nella folla che sgomita, nelle toghe strappate. Siamo già dentro l'antica Roma, gente!!!

A questo aggiungiamo la data romana, che prepara la mente al periodo storico in cui andrà a viaggiare.

5 draghi per questo incipit! Congratulazioni all'autrice!



LA DATA NELL'ANTICA ROMA

I libri devono regalare emozioni e momenti spensierati. A volte però regalano anche cultura, allora diventano vere chicche da tenere nelle proprie librerie.
E Roma D.C. oltre a tutte le caratteristiche di un ottimo libro, regala anche cultura.

Mi è piaciuto documentarmi sulla data nell'Antica Roma, anche grazie alla stessa Autrice che gentilmente mi ha dato delle informazioni.

786 a.U.c. corrisponde alla dicitura Ab Urbe Còndita ossia dalla fondazione della città (di Roma) (753 a.C.)

Nel calendario romano alcuni giorni avevano un loro nome preciso:

calende era il primo giorno del mese
idi e none mobili a seconda del mese

Mesi con None e Idi cadenti il 5º e 13º giorno gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre
Mesi con None e Idi cadenti il 7º e 15º giorno marzo, maggio, luglio e ottobre


Il calcolo dei giorni veniva fatto a ritroso a partire da questi giorni (ecco perché nella data di Roma D.C. troviamo ottavo giorno prima delle calende

Ed ora diamo la parola alla stessa Adele Vieri Castellano che ci spiega in modo sapiente qualcosa di interessante sul calendario




Il calendario a cui mi riferisco è ovviamente quello giuliano, entrato in "funzione" nel 46 prima di Cristo, quindi a.C., basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome) nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. e messo in "funzione" nel 45 a.C.
Nel 44 a.C, il console eletto di quell'anno, Marco Antonio, decise di dedicare il settimo messe dell'anno (quintilius) a Cesare. Il mese si chiamò Julius, in onore della gens Iulia, a cui apparteneva il nostro Gaio Giulio Cesare. Un anno prima del suo assassinio.
Sappi che i documenti del medioevo sono spesso errati riguardo le date e i riferimenti, visto che la documentazione storica e gli scritti degli storici latini sono stati rinvenuti ben più tardi e portati in Europa e diffusi nel tardo 1300 primi 1400.
Ah, al mese di Julius vennero aggiunti giorni fino al numero di 31 in modo che fosse uno dei più lunghi e importanti mesi dell'anno.
Augusto fece lo stesso, ancora in vita, dedicandosi il mese di augustus (nota, anche quello di 31 giorni).
Nel medioevo, ti faccio notare visto che mi lo hanno già chiesto in parecchi, anche i numeri romani avevano spesso una grafia diversa, per esempio XIIII (che noi oggi scriviamo XIV con il metodo della sottrazione) si poteva scrivere in entrambi i modi e NON è sbagliato poiché a Roma si faceva così. Fu nel medioevo che, per questioni di abbreviazioni su documenti e iscrizioni, fu adottata la grafica con la sottrazione (XIV) ma non è altro che una usanza medioevale. Io, visto che scrivevo di Roma antica, mi sono adeguata agli usi di allora e quindi ecco il perché di XIIII legione o anche XIIIIII legione.

Ringraziamo Adele per la sua interessante spiegazione.
Ci rivedremo presto con la recensione di Roma 40 D.C. e con Marco Quinto Rufo

venerdì 28 giugno 2013

Incipit Mania # 6: Kage Queen di Simone Lari


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.
L'incipit di oggi è dedicato a Kage Queen di Simone Lari


Tap, tap, tap
Un rumore prodotto dalla suola in cuoio di scarpe eleganti a contatto con il marmo screziato della scalinata, riecheggiava in tutto l’edificio.
Cinque rampe separavano ancora Kage dalla porta del suo alloggio ma il comodo ascensore, che si presentava invitante al termine di ogni piano, non lo allettava affatto.
Con passo cadenzato e postura rigida, saliva attento, gradino dopo gradino, lungo quelle scale fredde e solitarie


L'inizio con un'onomatopea è audace, ma secondo me efficace. Non è usuale infatti trovare questa tecnica "giocosa" in romanzi "seri". Però affiancata ad un ottimo stile, dona un tocco di originalità, che non è affatto male.
In questo incipit immagino immediatamente il rumore che riecheggia nella scalinata (anzi lo leggo proprio) e fin da subito questo inizia a far nascere in me curiosità. Come mai una persona non dovrebbe essere allettata da un ascensore? Non è atletico (porta scarpe eleganti, ha la postura rigida), forse è claustrofobico? Chissà.

Voto 4.5/5 draghi per questo incipit!




giovedì 13 giugno 2013

Incipit Mania # 4: Forgotten Times di Maddalena Cioce





Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.

L'incip di oggi è dedicato a Forgottent Times di Maddalena Cioce.


«... Ed è per questo, fratelli, che vi invito alla redenzione. Il male è forte e alberga tra noi. Il maligno ha ormai contaminato la pace, che regnava in questo paese fin dall’alba dei tempi con la sua oscura ombra... continua, imperterrito, a seminare sciagura e ad attirare a sé nuovi adepti. Pochi sono così forti da resistergli...»
Pausò un attimo, per indicare con una mano lo stuolo di cadaveri allineati innanzi all’altare; solo il volto, ingessato dai troppi strati di cerone, poteva essere scorto dal giaciglio ligneo ove riposavano.

L'inizio di un romanzo con un dialogo è una scelta audace, ma efficace. I dialoghi aiutano il lettore a sentirsi più vicino alla storia e anche a renderla più scorrevole e avvincente. I adoro i dialoghi, spesso mi capita di leggere pagine saltando tutte le parti non dialogate, per vedere l'effetto che fa, per poi leggerla completa.

Per questo buon inizio assegno quindi 4.5 draghi / 5


Fra pochi giorni vedremo se la recensione garantirà questi livelli 

mercoledì 5 giugno 2013

Incipit Mania # 3: Beautifil Sin - Part 01 di Violet Nightfall


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.

L'incipiti di oggi è dedicato a Beautiful Sin - Part 01 di Violet Nightfall


Il rumore sordo dei suoi passi risuonava per i vasti corridoi
della villa; passando davanti a uno specchio incastonato
come un diamante nel muro tinteggiato di bianco e
turchese, l’uomo si rimiro, con un sorriso compiaciuto e
malizioso. Barba incolta, capelli corti e scuri, naso ritto e
fiero, lineamenti spigolosi a incorniciare un ghigno
irriverente che ben si accompagnava alle sopracciglia alzate
sugli occhi sornioni, azzurri come il mare. Indossava una
giacca blu, camicia grigia e cravatta di qualche tono piu
scuro, pantaloni dal taglio elegante abbinati a scarpe
italiane.
Eh si, Maximillian Adam Cox era proprio un bellissimo
uomo!

Analizziamo insieme. La primissima parte mi piace molto. Non so voi, ma io appena inizio a leggere "parto subito con l'immaginazione" costruendomi il nuovo mondo pian piano che si aggiungono particolari. Qui mi è piaciuto far creare alla mia mente il rumore sordo dei passi in un corridoio. Mi sono immaginata delle scarpe da donna con tacco a spillo... poi trasformate in scarpe da uomo!
Ma cosa succede subito dopo? L'uomo trova una specchio e si rimira. Mh, mi dispiace, ma l'uso dello specchio per le descrizioni è troppo inflazionato e, anche se non mi infastisce più di tanto, avrei preferito più fantasia nella prima parte.
Inoltre la frase  "Eh si, Maximillian Adam Cox era proprio un bellissimo
uomo!" mi dà idea di: se la canta e se la suona.
Insomma l'incipit di questo libro non mi ha molto soddisfatta. Voto 2,5 draghi.



ATTENZIONE però!!! Ho voluto postare questo incipit qualche minuto prima della recensione, perché il libro mi è piaciuto molto e questo inizio non gli rende giustizia. Una conferma sul fatto che forse l'inizio non è poi così significativo...



venerdì 17 maggio 2013

Incip Mania # 2: Inferno di Dan Brown


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.

L'incipit di oggi è dedicato ad Inferno di Dan Brown

  


ed è doppio!!! Perché questo è l'incipit del prologo:

Io sono l’Ombra.
Attraverso la città dolente, io fuggo.
Attraverso l’eterno dolore, io prendo il volo.

e questo è del primo capitolo

I ricordi si materializzarono lentamente, come bolle che risalgono
in superficie dall’oscurità di un pozzo senza fondo.

Non c'è che dire, a me personalmente sembrano ottimi.

Il primo non poteva che essere così: una citazione di Dante. Me l'aspettavo e sono stata contenta di averla trovata.

Il secondo è anche meglio, l'immaginazione riesce a lavorare da subito creando nella mente bolle di ricordi che salgono da un pozzo profondo.

Giudizio pieno 5 draghi!!!


E se qualcuno leggendo pensasse che il mio giudizio non è oggettivo perché, inutile nasconderlo, ho una passione per Dan Brown, lo vorrei subito rassicurare. Sono quasi a metà e il giudizio è già sceso. Ma non vi anticipo altro... leggerete tutto nella recensione finale.

A presto!

PMP

venerdì 3 maggio 2013

Incipit Mania # 1: La scuola dei mostri di Andy Mulligun


Oggi al via una nuova rubrica: INCIPIT MANIA! Cos'è? Esistono diverse rubriche che girano nel blog dove presentano l'inizio dei libri. Questa che vado a presentare però più di una rubrica è un ESPERIMENTO!

Quando prendete in mano un libro voi cosa leggete e cosa guardate? Io per prima cosa: titolo e copertina, ma poi questi due passano immediatamente in secondo piano. Mi dedico alla sinossi (nei supermercati troppo spesso coperta dal prezzo!!!), poi apro una pagina a caso e leggo qualche riga sparsa per farmi un'idea dello stile. Infine SE ho deciso per l'acquisto per curiosità mi leggo la prima riga. Non vado oltre perché per me l'incipit non è importante. Eppure penso di essere tra i pochi a pensarla così.

Insomma lo sappiamo che alcuni incipit sono diventati famosissimi (Nel mezzo del cammin di nostra vita, Su quel ramo del lago di Como... ) ma l'inizio è davvero così significativo?

So di lettori che valutano l'acquisto solo dalla prima pagina. Per me questo non vale. Perché all'inizio può capitare che la storia "stenti ad entrare nel vivo" soprattutto se si decide di iniziare con una descrizione. Oppure che l'autore si sforzi talmente tanto per questo benedetto incipit, che ne tira fuori uno spettacolare e poi magari il romanzo è scarsetto.

Quindi da oggi vorrei fare un esperimento. Valutare l'incipit di un libro e poi vedere se l'idea generale corrisponde con la valutazione durante la recensione.

Partiamo con un libro acquistato qualche giorno fa ... qui.



LA SCUOLA DEI MOSTRI di Andy Mulligun. Questo è l'incipit:

Sam Arthur Tack sapeva di essere al principio di un'avventura: la più grande della sua vita. In realtà era la prima, dal momento che aveva solo dodici anni. Non poteva certo sapere quanto sarebbe stata angosciante e pericolosa, ma sentiva comunque un nodo stringergli la gola.

Dunque dunque...
Cominciamo a conoscere un nome: Sam Arthur Tack, certamente uno dei protagonisti. Ci viene detto in maniera simpatica che ha 12 anni, sta per affrontare una grande avventura ed è emozionato.
Bene, mi piace abbastanza, mi dice già che mi devo aspettare una grande avventura, mi dice che uno dei protagonisti è un ragazzino. Ti do un bel 4/5 caro incipit. Però PERO'...

quanto sarebbe stata angosciante e pericolosa????? Noooo, il narratore saputello-onnisciente no, per favore!!! Cosa ci voleva a scrivere "non riusciva ad immaginarsi cosa doversi aspettare, o qualcosa di altrettanto vago? No, la voce narrante rompiscatole snocciola-spoiler è veramente fastidiosa!! Voto 1.

Quindi facciamoci i nostri beati calcoletti: 4+1= 5 : 2= 2.5

Voto per l'incipit 2.5 draghi/5



Cosa succederà in fase di recensione? Appuntamento a presto per poterlo scoprire...

E per voi? Quanto è importante l'incipit?

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