domenica 7 luglio 2013

Incipit Mania # 7: Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano


Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.
So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei  libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione.
L'incipit di oggi è dedicato a Roma 40 D.C. di Adele Vieri Castellano.


Roma, 786 a.U.c, ottavo giorno prima delle calende di Iulius (33 d.C., 24 giugno)

L'ombra degli alberti si allungò sulla via lastricata lungo il Celio, sfiorando la folla e regalando a coloro  che stavano accalcati un po' di refrigerio. Qualcuno era lì da parecchio, restio a rinunciare alla bella vista. Altri, appena arrivati a suon di gomitate tra le costole, calli pestati e toghe strappate dalla foga, si stavano guadagnando un posto in prima fila.

Che dire?

L'immaginazione è subito stimolata. Lavora egregiamente per costruire nella mente un'ombra che si allunga (e di conseguenza immerge subito nella parte del giorno in cui si svolge l'azione). In una sola frase, oltretutto, condensa anche l'informazione del luogo (il Celio) e descrive anche l'ambiente una via lastricata. Ottimo!
Continuando ci si immerge nella calura, nella folla che sgomita, nelle toghe strappate. Siamo già dentro l'antica Roma, gente!!!

A questo aggiungiamo la data romana, che prepara la mente al periodo storico in cui andrà a viaggiare.

5 draghi per questo incipit! Congratulazioni all'autrice!



LA DATA NELL'ANTICA ROMA

I libri devono regalare emozioni e momenti spensierati. A volte però regalano anche cultura, allora diventano vere chicche da tenere nelle proprie librerie.
E Roma D.C. oltre a tutte le caratteristiche di un ottimo libro, regala anche cultura.

Mi è piaciuto documentarmi sulla data nell'Antica Roma, anche grazie alla stessa Autrice che gentilmente mi ha dato delle informazioni.

786 a.U.c. corrisponde alla dicitura Ab Urbe Còndita ossia dalla fondazione della città (di Roma) (753 a.C.)

Nel calendario romano alcuni giorni avevano un loro nome preciso:

calende era il primo giorno del mese
idi e none mobili a seconda del mese

Mesi con None e Idi cadenti il 5º e 13º giorno gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre
Mesi con None e Idi cadenti il 7º e 15º giorno marzo, maggio, luglio e ottobre


Il calcolo dei giorni veniva fatto a ritroso a partire da questi giorni (ecco perché nella data di Roma D.C. troviamo ottavo giorno prima delle calende

Ed ora diamo la parola alla stessa Adele Vieri Castellano che ci spiega in modo sapiente qualcosa di interessante sul calendario




Il calendario a cui mi riferisco è ovviamente quello giuliano, entrato in "funzione" nel 46 prima di Cristo, quindi a.C., basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome) nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. e messo in "funzione" nel 45 a.C.
Nel 44 a.C, il console eletto di quell'anno, Marco Antonio, decise di dedicare il settimo messe dell'anno (quintilius) a Cesare. Il mese si chiamò Julius, in onore della gens Iulia, a cui apparteneva il nostro Gaio Giulio Cesare. Un anno prima del suo assassinio.
Sappi che i documenti del medioevo sono spesso errati riguardo le date e i riferimenti, visto che la documentazione storica e gli scritti degli storici latini sono stati rinvenuti ben più tardi e portati in Europa e diffusi nel tardo 1300 primi 1400.
Ah, al mese di Julius vennero aggiunti giorni fino al numero di 31 in modo che fosse uno dei più lunghi e importanti mesi dell'anno.
Augusto fece lo stesso, ancora in vita, dedicandosi il mese di augustus (nota, anche quello di 31 giorni).
Nel medioevo, ti faccio notare visto che mi lo hanno già chiesto in parecchi, anche i numeri romani avevano spesso una grafia diversa, per esempio XIIII (che noi oggi scriviamo XIV con il metodo della sottrazione) si poteva scrivere in entrambi i modi e NON è sbagliato poiché a Roma si faceva così. Fu nel medioevo che, per questioni di abbreviazioni su documenti e iscrizioni, fu adottata la grafica con la sottrazione (XIV) ma non è altro che una usanza medioevale. Io, visto che scrivevo di Roma antica, mi sono adeguata agli usi di allora e quindi ecco il perché di XIIII legione o anche XIIIIII legione.

Ringraziamo Adele per la sua interessante spiegazione.
Ci rivedremo presto con la recensione di Roma 40 D.C. e con Marco Quinto Rufo

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