Questa rubrica è in realtà un esperimento. Poiché io valuto l'incipit solo dopo titolo/copertina/sinossi/lettura dei righe a casaccio, sono proprio curiosa di vedere se l'inizio rispecchia la realtà del contenuto.So che molti lettori decido di acquistare un libro solo leggendo le righe iniziali. Ho deciso quindi di valutare l'incipit dei libri che leggerò per vedere se l'idea generale corrisponderà con la valutazione che risulterà dalla recensione
Oggi è il turno de "Il ragno e l'iguana" di Elisa Vangelisti
Senza ombra di dubbio, sembravo delicata. Sin da piccola mangiavo pochissimo. come qualcuno che sta per morire. Ho sempre avuto un'affinità con la morte, quasi come fossi una farfalla. La farfalla non è la trasformazione di un bruco e non è la sua morte, ma è come se lo fosse. È l'ultimo stadio, dopo non c'è niente.
Incipit fisolofico. :) . Non è una strategia che mi è particolarmente gradita, ma potrebbe risultare efficace. Si comincia a introdurre il concetto di morte, affatto banale in un libro che parla di vampiri. Ci introduce anche al fisico gracile della protagonista, cominciamo quindi a farci un'idea di lei (idea già, volontariamente o no, fatta già guardando la bellissima copertina).
Il riferimento alla farfalla non è male, se non per il fatto che l'animaletto non torna più. La protagonista, infatti, è il ragno. Che di farfalle... in realtà... si nutre!
voto
3/5 draghi
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