Titolo: Roma 40 d.C.
Sottotitolo: Destino d'amore
Autrice: Adele Vieri Castellano
Editore: Leggereditore
Pagine: 432
Prezzo: 10.00 euro
SINOSSI
0 d.C., Città di Roma, Gaio Giulio Cesare Germanico, Caligola, Imperatore.Marco
Quinto Rufo è l’uomo più potente di Roma, secondo solo all’imperatore, Livia
Urgulanilla ha un passato da dimenticare. Lui è un uomo temprato dalla foresta
germanica, bello e forte che non conosce paura né limiti. Lei è un’aristocratica
raffinata e altezzosa il cui destino è già scritto. Ma il dio Fato decide
altrimenti e quando Rufo la porta via con sé non immagina lontanamente le
conseguenze del suo gesto. Roma non è la Provincia dove tutto, incluso rapire
una donna, è concesso. E anche se Caligola in persona decide di concedergliela,
possederne il cuore sarà la più ardua e temeraria delle sue imprese. E Livia
saprà donare il cuore a un uomo spietato che non esita davanti a nulla, se non a
quello che sente per lei? Il primo romanzo di una trilogia che vi porterà in uno
dei periodi storici più affascinanti del nostro passato; una storia che vi
catturerà fin dalle prime pagine e alla fine ne rimarrete conquistati
VOTO
5 draghi/5
IL MIO PARERE PERSONALE
Sono partita per questo viaggio nel tempo con molta
curiosità, e anche con una buona dose di timore. Timore di rimanere delusa di
quel che avrei trovato.
Le apprensioni però si sono dissipate abbastanza in fretta.
Già dall’incipit (che potete leggere qui) mi sono subito immedesimata
nell’Antica Roma. Complice un’ambientazione da me molto conosciuta, anche se in
età moderna.
Fin dalle primissime righe infatti si legge del Celio (uno
dei sette colli di Roma, attuale sede dell’ospedale militare dove andavo a fare
le visite mediche quando abitavo anche io nell’Urbe) (Se ve lo state chiedendo
la risposta è sì era pieno di maschioni:D). E come oggi è pieno di soldati
muscolosi, 2000 anni fa era pieno di giovani “corazzati” che Adele ha saputo
riportarci a noi.
Adele ci mostra sapientemente l’atmosfera della Roma Antica,
descrivendo con perizia gli usi e i costumi dell’epoca, utilizzando in maniera
più che opportuna molti termini dell’antica Roma (di cui c’è un utile glossario
alla fine del libro).
Troviamo quindi dopo poche righe:
<<Mentula, fa attenzione>>. Dove Mentula oggi
sta per co… ehm fa rima con Orione :)
Ma tutto in Roma D.C. è estremamente curato. Anche le metafore
sono perfette per l’ambientazione
Per esempio: La folla ondeggiò come un’onda del Tevere.
(nonostante l'assonanza, rende benissimo)
(nonostante l'assonanza, rende benissimo)
I personaggi sono ben caratterizzati e ben descritti. Rufo è
un protagonista indimenticabile, rude e dolce allo stesso tempo. Che
sorprenderà con i suoi comportamenti.
Livia è una protagonista con le sue debolezze e le sue
incertezze. Da un lato. Dall’altro sa il fatto suo e anche se spesso non ho
condiviso il suo pensiero, è un personaggio che mi è piaciuto molto lo stesso.
Il libro è ad altissima sensualità. L’autrice non si
risparmia in particolari piccanti. Ma mi ha assolutamente sorpresa nella sua
bravura nel raccontare particolari espliciti senza cadere mai nella volgarità.
E la sensualità sfocia da tutti i pori, anche quando qualcuno dei protagonisti
passa un semplice dito sulle labbra.
Un’altra questione che mi ha lasciata piacevolmente
meravigliata è il punto di vista. Spesso e volentieri salta da un personaggio
all’altro, ma questo mai in modo fastidioso. Il punto di vista di Adele non è
solo “ballerino”, che di solito è un male, ma è un vero e proprio padrone dell’arte della
danza. Salta in modo soave come solo un danzatore classico potrebbe fare.
Il PoV di Adele Vieri Castellano
E infine un’altra questione. Io sono una fautrice del
mostrare e non raccontare (anche se il tutto dipende da tanti fattori). E non
si può dire che Adele non mostri. Un piccolo esempio:
Tassus (il mio personaggio secondario preferito) sollevò gli
occhi verso l’alto dopo aver gettato un’occhiata nauseata al suo eroe, caduto
dal piedistallo. Intento ad un bacio languido.
Aspettò qualche istante. Il soffitto era un manto verde
smeraldo. Seguì i tralci di vite dipinti su un capitello giù, fino alla scena
campestre sulle pareti. Sbuffò.
Niente.
Si chiarì la gola con ostentazione. … e poi non farvi
leggere di più.
Quando ho letto questo passaggio ho visto tutto con gli
occhi di Tassus, ho portato con lui l’occhio in alto osservando il verde del
soffitto e ho percorso la linea dei tralci dipinti. Assolutamente perfetto.
5 draghi meritatissimi! Congratulazioni!.
Mi è rimasto un solo dubbio. Ma nel mondo di Rufo e Livia
esistevano le porte?
P.S. Quando stavo per finire Roma 40 d.C. mi sono andata a
comprare Roma 42 d.C. Nel reparto libreria del centro commerciale stavano
facendo dei lavori. Il commesso mi ha guardato con un sorriso dispiaciuto
dicendomi: “Mi spiace, dovrà tornare domani”. “Ah no, no, non si preoccupi.” Mi
sono arrampicata sul carrello, ho dato un urlaccio ad un altro operaio e mi
sono fatta tirare il libro in mano. Poi sono scesa dal carrello e ho saluto il
commesso che mi guardava perplesso con occhi sgranati. :D
E pazzia per pazzia… NON leggerò subito Roma 42 D.C. Perché
le emozioni provate sono state troppo forti. Troppo per poter immergermi di
nuovo nel mondo senza fare pause. Grazie Adele! Grazie davvero!
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