martedì 15 gennaio 2013

Il duello tra Gilbert e Serenia


Ciao, desidero presentarvi una piccola estrapolazione dal mio libro:

Il duello tra Gilbert e Serenia (tratto dal capitolo 21)

[...]Si fermarono infine di fronte ad un portone a due ante.
<<Credo che tu non conosca la nostra sala d’armi>> ipotizzò Gilbert aprendolo. Serenia scosse il capo e trasse un nuovo profondo respiro.
Il salone che si presentò davanti a loro era immenso, secondo solo alla sala da ballo. Ovunque armature, armi e vetrine piene di oggetti facevano bella mostra come in un museo.
Serenia esterrefatta, si dimenticò dei suoi tormenti interiori e si mise a girare incuriosita tra l’esposizione.
Fu attratta da una serie di sciabole con l’elsa d’argento, esposte al muro come quadri, poi osservò rapita uno scudo con impresso un serpente rosso e un’armatura dorata con un rinforzo sferico sui genitali. A fianco ve n’era un’altra dotata di un copricapo rotondo e di stivali lucenti, poco distante uno spadone con incisi degli interessanti simboli sulla lama aveva una vetrina dedicata solo a lui.
Serenia si girò verso Gilbert per chiedere spiegazioni su quei simboli e …
si ritrovò una lama puntata al collo.
Indietreggiò incerta di qualche passò fino ad appoggiarsi ad un muro. Gilbert spinse di più la lama contro lei costringendola ad alzare il mento. Ancora pochi millimetri e sarebbe fuoriuscito del sangue.
<<Hai paura?>> domandò lui tagliente.
Lei si concentrò sulla distanza che intercorreva tra lei e Gilbert, sulla posizione dei loro corpi, sulla fila di sciabole argentate che aveva visto poco prima, disposte sul muro alla sua sinistra.
Inspirò aria dal naso lentamente e percepì ancor più la punta della lama, poi liberò l’aria e assestò un calcio basso a Gilbert. Colpì troppo in alto ma fu sufficiente, lui si posò una mano sull’inguine, separando quanto bastava la lama da lei.
Serenia pregò che le sciabole non fossero bloccate mentre ne estraeva con rapidità una dalla sua collocazione. La lama rispose e contrastò quella di Gilbert occupando una posizione di primo piano.
<<No, stavolta non ho paura>> esclamò la fanciulla.
Gilbert si fece più attento aprendo di più gli occhi, fece compiere alla sua spada una rotazione, per invertire il ruolo di comando. Serenia fece immediatamente lo stesso movimento, ma non lo completò. Riuscì a liberare la lama prima di lui e saltò su una teca bassa.
Posizionò il piede destro su una linea retta immaginaria e il piede sinistro indietro leggermente spostato, piegò le gambe e pose il braccio con la lama dritto davanti  a lei.
<<In guardia>> ordinò.
Gilbert sorrise, e i suoi occhi si illuminarono e insieme a loro anche il cuore di Serenia.
Il principe salì su una teca di fronte a quella di sua moglie, i tacchetti dei suoi stivali fecero vibrare il vetro. Si posizionò anche lui in guardia, le punte delle due armi quasi si toccavano, gli sguardi dei due amanti erano uno puntato negli occhi dell’altra.
Passò un lungo istante.
Gilbert fece un passo in avanti e fece sfregare la sua lama contro quella di Serenia. Il rumore stridente che produssero i metalli percorse l’intera spina dorsale della principessa.
I due si studiarono ancora un po’, come cani da punta che aspettano di far alzare la preda, poi all’improvviso attaccarono, all’unisono. Le loro lame si incrociarono e produssero scintille.
Il metallo iniziò a tintinnare senza tregua. Serenia saltò giù dalla teca, roteò e Gilbert schivò, poi lui menando un fendente saltò dalla teca, Serenia si inginocchiò e parò, i polsi e i muscoli delle sue braccia vibrarono tendendosi.
<<Lasciami indovinare>> chiese Gilbert mentre parava un colpo destro, altre scintille volarono via <<tu non sai ricamare>>. Sferrò a sua volta un attacco laterale, Serenia parò e riuscì ad allontanarsi.
La ragazza approfittò dell’attimo di tregua per riposizionarsi in guardia. La spada tenuta con due mani, dietro la spalla, guardando Gilbert dalla finestra formata dal suo braccio.
<<Hai ragione, non lo so fare>> rispose.
Gilbert cercò di colpirla in basso, Serenia saltò ma il suo vestito non la seguì e si lacerò.
<<Le spade non sono adatte alle principessa>> le disse Gilbert colpendo ancora.
<<Io non sono una principessa come le altre>> rispose lei parando. Liberò la sua spada e si lanciò all’attacco contro Gilbert con una serie di colpi, ginocchia piegate, presa salda <<questi vestiti non sono adatti a me, non la spada>>, si alzò la gonna strappata e lanciò un affondo verso Gilbert che lui parò per un pelo.
Le due lame si incrociarono di nuovo e stavolta i visi dei due duellanti si trovarono vicini, uno di fronte l’altro.
<<Perché ti stupisci tanto?>> gli chiese Serenia <<anche Sydia è un’ottima schermitrice>>.
Gilbert, con gran forza, allontanò Serenia liberando la sua spada. Lei barcollò, allargò le gambe e ristabilì l’equilibrio.
<<Ma questa non è scherma  tesoro>> rispose tendendo la lama di fronte a sé <<tu duelli come un guerriero>>.
<<E infatti un guerriero è stato il mio maestro>> rispose Serenia riprendendo la posizione di guardia.
Ma Gilbert si spostò veloce e rovesciò tra di loro un’armatura che produsse un gran fracasso. Serenia perse l’equilibrio e cadde tra due teche basse, provando una fitta di dolore al braccio destro.
Gilbert approfittò del momento, saltò l’armatura in terra e le puntò la lama al collo.
<<Touché!>> esclamò soddisfatto. Poi  gettò a terra la spada. Anche Serenia  lasciò andare la sua sciabola, provò ad alzarsi ma rimase a terra perché il corpo di Gilbert la sovrastò.
Lui si adagiò su di lei, avvicinò il viso al suo sussurrandole <<devo ammetterlo. Sei riuscita a stupirmi>>.
Serenia avrebbe voluto ribattere qualcosa di ironico, ma non riuscì a dir nulla, troppo concentrata a percepire il caldo respiro di Gilbert confondersi con il suo.
<<Scatenata cavallerizza ed esperta spadaccina. Hai qualche altra specialità nascosta?>> le domandò il principe.
<<Si … ma …>> rispose lei in apnea, il  cuore sembrava volere uscire dal petto.
<<Non serve che me lo dici …>> continuò lui avvicinandosi ancora di più, Serenia rabbrividì di piacere nel sentire  il suo labbro superiore sfiorato appena da quello di Gilbert.
<<… lo scoprirò da solo>>.
E la baciò.

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