lunedì 6 maggio 2013

Recensione: La scuola dei mostri di Andy Mulligan


Titolo: La scuola dei mostri (Titolo originale: The Ribblestrop... molto più adatto)
Autore: Andy Mulligan
Editore: Newton Compton Editori
Data di uscita: febbraio 2011
Prezzo: 6.90 euro
Acquisto: è un pò difficile reperirlo... bisogna girare un pò per il web.

TRAMA

Dormitori sudici, il tetto distrutto da un incendio, un pericolosissimo tunnel sotterraneo risalente alla Seconda Guerra Mondiale: questa è la scuola Ribblestrop, un’istituzione molto, molto particolare… La frequentano Sanchez, il figlio di un gangster colombiano in fuga dai suoi rapitori; Millie, un piccolo piromane represso e taciturno; Caspar, il nipote ricco e viziato della padrona di casa; il buono ma sventurato Sam con il suo miglior amico Ruskin, e in più un gruppo di bambini profughi venuti da oltremare, felici di avere, se non un tetto, almeno un letto dove dormire. E poi c’è uno staff di professori eccentrici e molto distratti, tra cui Captain Routon, la professoressa Clarissa Worthington, e la misteriosa Miss Hazlitt. In una scuola così può succedere di tutto, e infatti, tra bottiglie di alcolici per riscaldarsi dal freddo, piani di sabotaggio dell’impianto elettrico, finte governanti, nascondigli nel freezer, qui c’è davvero da divertirsi...
 
Voto 4/5 draghi
 

IL MIO PARERE PERSONALE

Quando ho acquistato questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi. Era pubblicizzato come : “Tra harry Potter e la famiglia Addams. L’interrogazione sarà l’ultima cosa di cui avere paura”.
Ebbene uno strano pizzicorino al naso mi diceva che Harry Potter c’entrava poco e la famiglia Addams ancora meno. E ho avuto pienamente ragione! Erano solo una trovata pubblicitaria. Che cosa deprimente! Comunque il superprezzo e la curiosità mi hanno fatto procedere con l’acquisto.
Il romanzo si svolge in una scuola: La Ribblestrop e cominciamo subito con il dire che questo ennesimo libro “scolastico” ha sancito il mio amore per le scuole di tipo “college”. Prima con Harry Potter (e questo è uno dei pochi punti in comune con lui (se non l’unico)), poi con Albion, ora con Ribblestrop: i libri su questo tipo di istituzione scolastica mi creano un piacevole  senso di appartenenza. Sicuramente più dei libri “stile liceo” che invece mi hanno notevolmente stancato.
In più la storia di questa scuola è talmente disastrata che mi sono da subito affezionata a lei e a chi ne fa parte.
Non so bene come definire questo libro, non sono nemmeno riuscita a trovargli un’adatta collocazione. Si può definire un fantasy (per la presenza di fantasmi), comico (per diverse situazioni assurde), thriller (per molti elementi che sfiorano l’horror psicopatico), sicuramente anche avventuroso.
All’inizio ho riso come una pazza, troppo troppo divertente la scena del povero Sam,  uno sfortunato ragazzetto di 12 anni, steso su un carrellino, con una commozione celebrale, mentre una ragazzina gli rasava i capelli stile monaco e un ex-generale dell’esercito tentava di curarlo pensando contemporaneamente a buttare la pasta per la cena :D
Ma sono anche rimasta molto sorpresa quando la parte comica è quasi svanita per far posto a qualcosa che a me ha creato un certo panico. Sì perché a Ribblestrop i mostri ci sono davvero, ma non sono quelli che ci si immagina.
Insomma Ribblestrop mi è piaciuto davvero, mi sono ritrovata a gridare Sì!, in coro insieme ai ragazzi (e forse è la prima volta che mi capita di coinvolgermi tanto da parlare da sola), a provare disgusto per la puzza di pasticcio di carne dell’alito della direttrice, a battermi forte il cuore quando aspettavo di vedere chi c’era su una certa sedia…
E poi un altro punto a favore è stata la presenza di una squadra di calcio. No, non sono appassionata di questo sport però quella parte mi è piaciuta per due motivi:
- da adolescente d’estate c’era sempre la partita di calcetto al paesello vacanziero. Nessuno sapeva giocare, si tirava a “spazzar via”, si prendevano e si davano calci agli stinchi invece che al pallone più o meno volontariamente, si perdeva 16-0 ma ci si divertiva un mondo.
- Una delle poche cose che mi piace dei film Americani per famiglie, è che spesso e volentieri ci infilano dentro qualche sport di una squadra improbabile e alla fine c’è l’attesissimo partitone che ovviamente viene vinto da quei poveri reietti.

Immagine tratta dal film: "palle al balzo"

E tutte le volte, anche se il film non mi è piaciuto per niente, mi ritrovo a tifare ed emozionarmi per quella squadretta americana-sgangherata. E’ quello che più o meno mi è successo anche con la squadra di Ribblestrop.
E i difetti? I difetti ci sono e anche abbastanza: la stessa impossibilità di collocazione di un genere lo è. A volte poi il punto di vista ballerino mi ha dato un po’ fastidio, ma la parte più odiosa è stata quella del narratore onnisciente! Ma perché???? Perché esistono le voci narranti che dicono come andrà a finire la scena che leggerai dopo due secondi???
Quest’ultimo difetto era già uscito fuori al momento dell’incipit. Ma da un voto di 2.5 siamo passati a 4 (Per consultare l’esperimento Incipit Mania va qui).
Insomma alla fine, è un libro che consiglio o no? Sì! Però vi avviso: può piacere e può fare schifo. Se pensate di riuscire a stare al gioco bene, altrimenti  vi conviene lasciar perdere.

4 commenti:

  1. Un libro che non conoscevo: eppure, sembra possedere senz'altro dei lati interessanti, a giudicare dalla tua recensione! ^^ Il narratore onnisciente non è proprio la mia passione (al punto che penso di picchiarmi da sola con un bastone se un giorno cadrò nella tentazione di inserirlo in qualcuno dei miei racconti! XD), però in alcuni romanzi, e specialmente in quelli per bambini, può rivelarsi un'alternativa interessante, secondo me... Mi segnerò il titolo! ;D

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    1. Questo libro è stata una vera scoperta! Ha dei lati decisamente interessanti. Non avevo mai pensato che il narratore onnisciente dalla parte dei bambini. Pensandoci bene hai ragione! Anche se io ero una di quelle che mi facevo leggere le storie... con sorprese nella trama :)

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  2. Questo titolo voglio segnarmelo perché da quello che ne hai scritto mi attira molto. Amo anch'io le ambientazioni scolastiche soprattutto se hanno quella dose di originalità che li distingue un po' dalla massa... E qui sembra proprio esserci ^^

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  3. Questo libro ha veramente una buona dose di originalità. Anche se ti avviso: per piacere... devi stare al gioco! ;)

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