sabato 23 agosto 2014

Recensione: La Biblioteca dei Morti di Glenn Cooper


TITOLO: La Biblioteca dei Morti
AUTORE: Glenn Cooper
Casa Editrice: TEA
Pagine: 440
Prezzo: 8.50 cartaceo 6.99 ebook

SINOSSI

Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un’abbazia sull’isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un’interminabile serie di nomi affiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante.
Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi giorni. Una decisione atroce ma necessaria.
Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Washington, quando Harry Truman, il presidente della prima bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato, scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lontano e vicinissimo.
Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad altre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile.
Questo romanzo è cominciato e forse tutti noi ci siamo dentro, anche se non lo sappiamo.
Perché non esiste nulla di casuale.
Perché la nostra strada è segnata.
Perché il destino è scritto.
Nella Biblioteca dei Morti.


IL MIO VOTO

4.5/5 draghi



IL MIO PARERE PERSONALE

Ce l'ho fatta! Lo desideravo da tanto tempo ma non ero ancora riuscita a leggere questo libro. Poi, come spesso accade, è arrivata l'occasione.
In un cesto del supermercato ho pescato il libro a 5 euro e alla cassa già lo stavo leggendo.

Avete già intuito dal voto che il libro mi è piaciuto. Questo perché, per prima cosa, erano presenti due elementi che adoro. Il primo lo dico subito: è la presenza dei monaci medievali.

Sì, a cominciare da uno dei miei primi amori: Il nome della Rosa di Umberto Eco, tutto quello che riguarda i monaci del medioevo è, quasi sempre, di mio gradimento.



Non so bene cosa sia, forse qualcosa di inconscio. Sicuramente c'entra anche la consapevolezza che i monaci medievali sono stati il cardine di quell'epoca, custodi di cultura e segreti. Fatto sta che mi hanno sempre affascinato.
Qui li troviamo in veste di custodi di specialissimi bambini (e poi adulti) dai capelli rossi.


Il settimo figlio di un settimo figlio è da sempre la credenza di qualcosa di magico, a volte oscuro, a volte benigno. Certamente non comune. Cooper interpreta questa antica credenza, facendo nascere il 'suo' settimo di settimo il 7/7/777 .
Un bambino particolarissimo (la storia legata alla sua nascita mi ha inquietata non poco), destinato a chiudersi in un cella e scrivere, scrivere, scrivere... nascita e morte di tutti gli uomini della Terra, e così i suoi discendenti.

Ma ritorniamo alla seconda cosa che ho apprezzato maggiormente: la narrazione a più livelli temporali. L'autore si destreggia in maniera egregia attraverso le epoche, tra presente, passato prossimo, medioevo, XX secolo...
Questo metodo tiene alta l'attenzione e, almeno dal mio punto di vista, regala la sensazione di viaggiare nel tempo.


Scopriremo nel libro la storia della Biblioteca dei Morti, collegata a fatti incredibili, come la famosa Area 51 e l'attacco delle Torri gemelle. No, non fatevi ingannare: non si parla di alieni.
Il filo conduttore è un buon thriller, in cui due investigatori (un uomo e una donna) dovranno trovare la soluzione a una serie di omicidi. 

Anche questa parte 'moderna' mi è piaciuta molto anche se, vi devo dire la verità, non vedevo l'ora di proseguire la lettura per incontrare i capitoli medievali.
Lo stile, inoltre, è ricercato ma non pesante. Un altro punto a favore.

Però ho tolto mezzo punteggio: perché? Per prima cosa il romanzo non è autoconclusivo, sì, ok, lo sapevo. Però fa parte di quella categoria di storie che ha comunque una pseudofine provvisoria.
Però mi hanno dato sui nervi due particolari: innanzitutto non è stato detto cosa ci faceva un monaco morto all'epoca vittoriana nella biblioteca. Sì, lo so, sicuramente sarà spiegato in seguito, ma è uno dei punti totalmente oscuri e, secondo me, solo un seme lasciato là, qualche spiegazione potevano darla anche qui, visto che una fine provvisoria ce l'ha.
L'altra questione riguarda la presunta Fine del Mondo. Va di moda, ognuno ha una sua data personale, Cooper poteva farci mancare la sua? 
Una scelta commerciale che non ho apprezzato.

Comunque, togliendo questi ultimi particolari, come dicevo,  il libro mi è piaciuto tanto e ne consiglio la lettura a chi ancora non l'ha affrontata. 


A presto 
PMP

2 commenti:

  1. Mi hai incuriosito moltissimo, non leggo spesso thriller ma questo non voglio perdermelo... a presto!

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    Risposte
    1. Effettivamente è un libro particolare, anche io non leggo spesso i thriller, anche se mi piacciono, solo perché altri generi... mi piacciono di più. ^_^ Se lo leggi poi fammi sapere come è andata.

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