domenica 2 giugno 2013

Un caffè con: Intervista a Bianca Marconero autrice di Albion


Cari lettori, è nostra ospite con noi una persona speciale Bianca Marconero l'autrice di Albion.

Ciao Bianca, benvenuta su Terre di Arret, è un piacere averti tra noi.- Il piacere è mio, credimi.

- I lettori del blog hanno già avuto modo di conoscere Albion. Un romanzo che sta avendo un grandissimo successo. Vuoi parlarci di Albion dal tuo punto di vista?- Albion è un pallino, un'idea resistente ed esigente che da anni mi accompagna. Un mondo che è diventato  la mia seconda casa. Credo che tu, e chiunque scriva storie,  sappia di cosa sto parlando. Secondariamente è anche un libro. Quando diventa carta non è più del tutto tuo, non nel modo in cui lo era prima, perché appartiene a coloro che ci lavorano, in tutte le fasi della revisione editoriale, e naturalmente a coloro che lo leggono.  Come libro, Albion ha avuto la fortuna di essere curato da persone bravissime ed essere accolto da lettori a cui è piaciuto.


- Come è nata la sua storia? Quale è stata la “scintilla della vita”? E perché si chiama proprio “Albion”?Riprende il mito dell'eterno ritorno di Artù, mito alla cui diffusione contribuirono i monaci di Glastonbury, quando, rinvennero la tomba sui cui stava scritto REX QUONDAM REXQUE FUTURUS. La tomba del Re in eterno che, sepolto con la sua sposa, prometteva di tornare, nel momento del bisogno. Oggi c'è il forte sospetto che la tomba fosse un fake per incoraggiare il pellegrinaggio.
'Albion'   forse contiene nella sua radice un termine gaelico che significa 'Terra', ma potrebbe anche essere un corradicale del latino ALBUS. Entrambe queste spiegazioni mi piacciono. La prima racchiude l'idea di una 'terra' e per estensione di una 'patria' – quella dei miei cavalieri- e la seconda l'idea del bianco. Il bianco è un colore altamente simbolico nell'iconografia dei cavalieri. L'eroe, nelle "queste"  più alte e nobili,  ha le insegne bianche. Il bianco è purezza, spiritualità e integrità.
Marco, che è all'inizio non è proprio un eroe, quando sale per la prima volta le le scale di marmo bianco del college distoglie lo sguardo. Il chiarore è insostenibile alla vista, perché lui non è puro. Si barcamena tra bene e male, giusto e sbagliato,  per tutta la durata della storia, e questa è una delle ragioni – non la sola- per cui abbiamo scelto lo psuedonimo Bianca Marconero. Era un modo di 'incastonare' il protagonista tra le sue luci e le sue ombre.

- Albion è il tuo romanzo d’esordio. Ed è anche l’esordio della casa editrice Limited Edition. Come è nata la vostra collaborazione?Lavoravo al progetto LIMITED con altre mansioni. È stata una conseguenza di questa collaborazione. Non ovvia come sembra, ma, tutto sommato, naturale.
- Il simpaticissimo (ma a volte anche no) personaggio di Marco è stato ispirato da qualcuno di reale o da qualche situazione veramente accaduta?Marco è il riflesso di molti personaggi che ho amato. Mr Darcy di 'Orgoglio e Pregiudizio'; Aragorn de 'Il signore degli Anelli';  Anakin Skywalker della saga di Star Wars.
- Hai un debole per uno dei tuoi personaggi?Mi mancano sempre quelli di cui non sto scrivendo. Adesso per esempio revisiono il secondo, ma vorrei rileggere il terzo perché non faccio che pensare alla sorella di Lance.

- A poco tempo dall’uscita di Albion è già stato pubblicato uno spin-off: Samira: diario di un’assassina. Hai in mente altri spin-off? Quali sono i tuoi progetti di scrittura futuri?Lo spin off era stato scritto più di un anno fa. Ho l'abitudine, credo comune agli scrittori, di elaborare storie di contorno e antefatti. Voglio punti  fermi su cui poggiare la storia principale. Devo sapere cos'è successo.



 

- Una piccola curiosità. Ho notato sul web diversi simpatici disegni. E alcune immagini “fumettose” hanno un ruolo importante nel libro. Sei l’autrice di questi bozzetti?Magari! Sono di Lucia e Andrea.  LIVING IN ALBION è il nome di una serie di strisce  in cui il Boss di Albion – ovvero io- incontra i personaggi.  Per ora abbiamo pubblicato quella di Marco, me ne ho altre pronte.  E un modo per mettere contenuti sulla pagina di Albion che non siano solo recensioni o estratti.

- Infine, questo blog tiene particolarmente a supportare autori alle prime armi. Che consiglio daresti agli scrittori emergenti?
Io lavoro nell'editoria ma non ci ho mai capito nulla. Non capisco i meccanismi, i calcoli e le strategie. Non capisco l'editing invasivo  che  vuole a tutti costi dare dignità a testi carenti e scorretti, e neppure quello che 'riscrive' il plot omologandolo agli schemi 'giusti' che 'funzionano'. Non mi piacciono gli scrittori che insegnano a scrivere i best seller, perché  partono da un'idea sbagliata, cioè che il fine ultimo sia vendere le storie.
A chi ama scrivere  posso solo dire di continuare a farlo, ponendosi domande e problemi.  Confrontandosi e crescendo.  Il sogno della scrittura non è schiavo della pubblicazione, lo realizzate ogni volta che scrivete qualcosa di vostro, qualcosa di onesto. Il successo è un impostore, l'insuccesso lo è altrettanto.  Scrivete, migliorate e divertitevi.

Grazie di essere stata nostra ospite. Ti auguro buon lavoro!Grazie a te e a tutti quelli che passano per le terre di Arret ;)


Sono stata veramente felice di ospitare Bianca tra noi. Tra l'altro la ritengo una persona simpaticissima, almeno dal punto di vista "virtuale" :) .
Oltretutto mi sento anche un pò legata al suo punto di vista delle luci e delle ombre, dopo gli occhi di Marco in copertina, era una delle cose che ho notato fin da subito. Che gli eroi spesso sono avvolti da luce e tenebre, da bianco e nero, chi meglio di me può dirlo ? :)


Grazie mille a Bianca e a tutti i lettori. Un saluto. P Marina

2 commenti:

  1. Ho letto con interesse l'intervista a Bianca Marconero e condivido il suo pensiero quando dice che il sogno della scrittura non è schiavo della pubblicazione perchè "vive" in noi e "per" noi. Anche l'eterno dualismo tra bianco e nero mi porta a ripensare a contrasti continui. Ma separati, il bianco e il nero, mi danno l'impressione del nulla.
    "Perchè la luce sia splendente, ci deve essere l'oscurità".(Francesco Bacone)

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