TITOLO: Inferno
AUTORE: Dan Brown
CASA EDITRICE: Mondadori
PAGINE: 522
PREZZO: 25 euro
SINOSSI (Secondo me un pò troppo logorroica)
Il profilo inconfondibile di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo, prima di tutto, e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi che conducono a un esito raro per i romanzi d'azione: instillare nel lettore il fascino del male, addirittura la sua salvifica necessità. Non è affatto sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante, anzi. È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse in forme solenni e oscure la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard. E quindi è normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare, una costellazione culturale e affettiva ben diversa dal palcoscenico turistico percorso in tutti i sensi di marcia da legioni di visitatori. Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale, nulla che possa rievocare una dolce abitudine. Questa volta è un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita. Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda infatti a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose che ricordano la Morte Nera che flagellò l'Europa medievale e simboli criptici connessi alla prima cantica del Divino poema, le labbra capaci di articolare, nel delirio dell'anestetico, soltanto un incongruo " very sorry ", il professore deve scappare. E, aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra: un'organizzazione chiamata Consortium è ambigua tanto quanto un movimento detto Transumanesimo e uno scienziato come Bertrand Zobrist può elaborare teorie che oscillano tra utopia e aberrazione. Alla fine di un'avventura che raggiunge momenti di insostenibile tensione, Dan Brown ci rivela come nel nostro mondo la distanza tra il bene e il male sia breve in maniera davvero inquietante, catastrofe e salvezza possano essere questione di punti di vista e anche da una laguna a cielo coperto si possa uscire a riveder le stelle.
PRIMA DI RECENSIRE...
Prima di esprimere il mio parere su questo libro vorrei raccontarvi come ho conosciuto i libri di Dan Brown. Tutto risale a diversi anni fa quando ancora andavo a Roma con il treno tutti i giorni per lavorare. Un giorno ho visto una ragazza su un treno leggere un libro con l’immagine della Gioconda e il titolo “Il codice da Vinci”. “Ah!” ho pensato “un libro su Leonardo Da Vinci. Bello!”.
Alla libreria della stazione ho visto una catasta di questi libri e mi è venuto il dubbio che non fossero dedicati all’arte O.o . Andavo di fretta e non ne ho preso in mano neanche uno. Poi la sera al supermercato ne ho trovato un’altra catasta. E lì mi è venuto il dubbio che tutto il mondo sapesse cos’era questo “Codice” tranne io. =_= Ho letto la sinossi e l’ho acquistato per pochissimi euro. E l’ho letto in una notte!
Uaooo, mi era piaciuto un sacco, non solo per il tema trattato (quello della Maddalena sposa di Cristo non era un tema nuovo, da piccola ho chiarissimo il ricordo del film “L’ultima tentazione di Cristo” , non l’ho mai visto ma ho letto una recensione su un giornale che mi era rimasta impressa (avevo 6 anni !!!)).
Ma oltre al tema mi era piaciuto che parlasse di Leonardo (il mio mito) e di Parigi dove ero stata da poco in viaggio di nozze, insomma un bel libro avvincente!.
E’ quindi venuto il turno di Angeli e Demoni. Bello, bello! Anche in questo caso penso che il mio giudizio sia stato deviato dall’ambientazione: Roma mia dove ho lasciato il cuore!
E poi Il Simbolo Perduto, trovato il giorno dell’uscita al discount con il 15 % di sconto, ho faticato a finirlo. Mi è piaciuto, però mi dava più l’idea di un’americanata, probabilmente anche in questo caso l’ambientazione ha fatto la sua parte, questa volta in senso negativo.
E arriviamo infine a … Inferno.
VOTO
4-/5 draghi
IL MIO PARERE PERSONALE
Partiamo dal fatto che l’Inferno comincia quando tiri fuori dal portafoglio 25 carte!!! (Anche se io l’ho pagato 20 con lo sconto anteprima). Ok, ti porti a casa un volume tipo enciclopedia, ma non si sta esagerando???? Che è filigranato in oro zecchino?
Comunque a favore devo dire che l’estetica è bella, messi sulla libreria vicini i libri di Dan fanno una bella figura, con un buon accostamento cromatico rosso (Angeli e Demoni), marrone (Codice e Simbolo) e di nuovo rosso (Inferno).
Addentrandoci nella lettura vediamo che Dan ha studiato. Ha studiato Dante, ha studiato Firenze e probabilmente è anche andato a provare tutti i percorsi descritti. Bravo! Bravo! Ma scusa Dan eh, va bene che hai studiato ma ci devi per forza far vedere quanto? Devi a tutti i costi descriverci tutto, di tutto e di più, anche particolari assolutamente inutili?
Per esempio: Palazzo Vecchio, come il Campidoglio degli Stati Uniti, era sia edificio di interesse turistico sia sede di uffici governativi.
Perché hai dovuto aggiungere quella cosa del Campidoglio USA? Ma chissene??? E questo è solo un esempio piccolissimo.
Procediamo. Quando ho saputo che Inferno era ambientato a Firenze sono stata contentissima, all’inizio ho notato tante descrizioni minuziose delle bellezze della città, bene, non erano affatto male, poi però sono diventate sempre più fastidiose, praticamente ha scritto una guida turistica!!!
Procediamo. Quando ho saputo che Inferno era ambientato a Firenze sono stata contentissima, all’inizio ho notato tante descrizioni minuziose delle bellezze della città, bene, non erano affatto male, poi però sono diventate sempre più fastidiose, praticamente ha scritto una guida turistica!!!
L’abbondanza di particolari si registra in tutto il libro dall’inizio alla fine, addirittura sfociando in info-dump, come quando ci fa vedere una signora dai lunghi capelli grigi e poi … giù ci racconta tutto di lei e della sua infanzia.
E per non parlare di alcune ingenuità in cui cade, per esempio in un dialogo usa “fece una pausa”. Ma come? Non è una cosa che criticano agli esordienti? Che nei dialoghi nessuno fa mai una pausa?
Persino in un dialogo tra tu/lei c'è un gran pasticcio, anche se penso che sia più colpa dei traduttori.
Per non parlare della frecciatina contro il self-publishing di cui avevo già discusso sulla mia pagina Facebook
"Allora ditemi: c'è qualche scrittore tra noi, questa sera?"
Si era alzato circa un terzo delle mani.Langdon aveva guardato sorpreso: "Uao" si era detto "O questo è il pubblico più creativo del mondo, o il self-publishing sta veramente decollando". Cos'era un tentativo di comicità? =_=
Si era alzato circa un terzo delle mani.Langdon aveva guardato sorpreso: "Uao" si era detto "O questo è il pubblico più creativo del mondo, o il self-publishing sta veramente decollando". Cos'era un tentativo di comicità? =_=
Insomma… tante tante cose se le poteva anche risparmiare. Diciamo che con una sfoltita di pagine sarebbe stato molto meglio (400 secondo me erano più che sufficienti).
E tanto che dobbiamo parlare delle parti negative concludiamo con la fine! Ovviamente non la svelo. Ma una cosa ve la dico. Ma che fine è???? Ma che vuole scrivere un distopico? No, no, non ho gradito.
Ma allora c’è qualcosa che ho gradito? Vi starete domandando...
Sì certo. Rimane comunque un buon romanzo. La parte di studio dietro c’è e si vede, e nonostante l’abbondanza di particolari fa piacere che ci sia. E’ bello ritrovare o scoprire particolari come l’inferno di Botticelli o il "Cerca trova" di Vasari.
E sicuramente il libro trascina il lettore, soprattutto quando tira in ballo più di un colpo di scena.
In conclusione: continuerò a seguire Dan Brown, magari con un pò meno aspettative e non dal primo giorno, aspetterò l’uscita di una versione più economica.
Concordo con la tua opinione; Inferno è un bel romanzo che offre molti temi su cui discutere ma non è il capolavoro che mi aspettavo. Complimenti per la tua recensione, mi piace il tuo modo di scrivere fluido e ironico.
RispondiEliminaCiao e buona lettura:)
Sono contenta di non avere avuto solo io un'opinione non proprio idilliaca. Sono contenta che ti piacciono le mie recensioni ^_^
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