sabato 16 febbraio 2013

Recensione: Petali di Sangue di Emma K. Clarke


Titolo: Petali di Sangue
Autore: Emma K. Clarke
Genere: Urban Fantasy, Paranormal romance
Editore: Amazon Self Publishing
Prezzo Brossura: € 12,48
Prezzo e-book: € 1,99
Pagine: 218

TRAMA (tratta dal sito internet)

L’armonia del mondo si conserva negli anni grazie al delicato equilibrio che si è generato tra immortali, umani, creature sovrannaturali e magiche. Questa pacifica convivenza giungerà al termine quando alcuni immortali verranno assassinati nella dimora del loro sovrano Henry Carter, vampiro dal XVII secolo. A indagare su quanto accaduto sarà Giosy Mc Grey, “Amministratrice nazionale degli affari pubblici tra umani e creature immortali magiche”, capo del Distretto di Polizia della città e ultima discendente della più antica stirpe di streghe della nazione.
"Petali di sangue" è un romanzo con tante sfaccettature, lo sfondo perfetto per una storia romantica quanto intrigante e misteriosa, che permetterà ai nostri giovani protagonisti di comprendere non solo il presente, ma anche il loro passato; un passato oscuro e crudele che separò le loro anime e i loro cuori per molti anni, aiutandoli ad accettare l’inevitabile destino.


Voto 4/5


IL MIO PARERE PERSONALE

Petali di sangue secondo me offre diversi concetti interessanti.
I vampiri di Emma, anche se moderni, hanno molte caratteristiche dei “vampiri originali”: bruciano al sole, si trasformano in pipistrelli o in altre bestie, sanno penetrare nella mente. Di diverso hanno la capacità di vedere l’aura.  Carter, il signore dei vampiri, percepisce attraverso i colori dell’aura gli stati d’animo delle persone e riesce a riconoscere gli essere sovrannaturali (i vampiri ad esempio li vede circondati di un alone viola).
A questa sua capacità si contrappone quella della protagonista femminile del romanzo: la strega Giosy. Lei percepisce lo stato d’animo delle persone attraverso i profumi.
E se non erro questo è uno dei motivi dell’accattivante titolo di questo libro: “Petali che ricorda il profumo dei fiori e sangue che ricorda i vampiri”.
Ho apprezzato la scelta di usare il punto di vista dei due protagonisti a capitoli alterni, in questo modo la trama scorre veloce senza annoiare.
Davvero coinvolgente inoltre ho trovato la storia “primordiale” di Carter e Giosy, è stata la parte che ho preferito ma non vado oltre per non fare troppi spoiler.
Un’altra nota positiva che devo spendere in favore di Petali di sangue è sulla protagonista che è una 32enne, molto più grande d’età di tante protagoniste di paranormal romance ed è una “tosta” che sa il fatto suo.
Veniamo invece ad alcune pecche che ho riscontrato. Carter si è presentato con i capelli legati da un nastro, una frase di Shakespeare e come uno che è cresciuto alla corte di Luigi XIV, è bastato questo a farmelo piacere (beh anche l’impermeabile di pelle nera ha fatto la sua parte). Poi però la sua eleganza viene sminuita da certe frasi e certi pensieri, come  il termine “stratruccata”.
Non ho inoltre ben compreso il suo legame con “l’entità antica”. Se è stato colpito e si risvegliato vampiro allora non è un’anima reincarnata, ma è lui stesso.
Ho trovato un po’ confusionario anche il suo potere mentale, a volte potrebbe usarlo e non lo fa. Se pensiamo al fatto che si è aggiunto anche un altro personaggio con un potere simile, la situazione diventa ancora più confusa.
Anche il rapporto con quest’altro personaggio, Paul, è stato trattato in modo un po’ superficiale. E’ un fratello sconosciuto, e di punto in bianco si piazza a casa e viene coinvolto in tutto.
Durante la narrazione del romanzo, inoltre,  sono presenti troppi nomignoli ridondanti: streghetta, cagna rognosa, ragazza oca che stonano un po’ essendo utilizzati troppo.
Alcuni elementi poi non mi sono parsi credibili: un grimorio precedente ai tempi degli antichi romani ed è solo un po’ ingiallito? Carter che lacrima sangue, come fa a nasconderlo agli agenti che stavano lì a guardarlo?
A parte questo Petali di sangue è un romanzo piacevole e se a questo si somma il fatto che è il romanzo d’esordio dell’autrice, il giudizio non può che essere favorevole. 

Poiché ho aperto molti punti di discussione ho pensato di richiedere una risposta direttamente all'autrice. Molto spesso infatti le percezioni dei lettori sono una cosa, mentre quello che desiderava trasmettere l'autore sono altro. E' vero che autore e lettore dovrebbero essere un "connubio perfetto", però è anche vero che le teste sono tutte diverse (basta vedere ogni romanzo quante divergenze di opinioni crea). E' per questo che penso che conoscere anche il punto di vista dell'autore, in alcuni casi, aiuta ad avere una visione d'insieme più oggettiva.



LA VOCE DI EMMA K. CLARKE

Invitatami gentile dall’autrice del blog a fare chiarezza su alcuni punti poco chiari del libro, proverò a dare una risposta ai suoi quesiti… spero solo di riuscire in questo intento.
Uno dei personaggi più discussi nelle recensioni  finora lette riguardo al libro è proprio il protagonista maschile: Carter. Povero il mio Carter. Le donne non sono mai contente degli uomini… devono sempre trovare dei difetti. A parte gli scherzi, Carter è un vampiro secolare e non brucia al sole fortunatamente, deve solo far attenzione a riparare gli occhi dal sole. E’ una creatura sovrannaturale che ha un unico desiderio: non esser un vampiro. Per questo motivo cerca di comportarsi come un qualsiasi altro uomo. E’ una persona che vorrebbe essere libera di amare, una persona che, per quanto antica, non ostenta gli anni vissuti e non usa i mezzi che l’immortalità gli ha donato, come appunto i suoi poteri mentali (motivo per cui non li usa spesso nel libro). Agli occhi della donna amata vuole apparire come un uomo normale e quindi si permette di usare espressioni che alla corte di Luigi XIV non avrebbe mai potuto pronunciare.
Sfortunatamente quando piange le sue lacrime sono di sangue e questo non può nasconderlo, ma di sicuro è abbastanza furbo da non farsi vedere con i poliziotti mentre piange.
Nel libro versa poche lacrime prima di uno scontro fisico con Selene, prima che venisse ferito sulle braccia e sulla spalla, quindi direi che, sangue per sangue,  i poliziotti non abbiano fatto molta attenzione alla loro provenienza.
Per quanto riguarda i nomignoli... ormai questa riflessione arriva da quasi tutte le lettrici femminili. Gli uomini che lo hanno letto invece non hanno mai menzionato a questo “fastidio”. Credo che il problema stia nel fatto che noi donne nei libri vogliamo trovare il vampiro cattivo, quello che non si ferma davanti a niente, che sia romantico ma che allo stesso tempo non lo faccia vedere, che sia un “duro”. Ad ogni modo sono tutti nomignoli che i vari protagonisti usano persi nei loro pensieri.
Forse il problema sta proprio nell’autrice del libro.
Sono un’inguaribile romantica e credo che nell’uomo ci sia anche una piccola parte che pensa alla propria amata in maniera dolce, o sbaglio?

Paul è un personaggio un po’ controverso. Di lui potrei dire tante cose, ma non lo faccio perché è una figura che mi piacerebbe approfondire nel secondo libro. Qualche domanda aperta all’interno del romanzo ogni tanto va lasciata… di sicuro più di qualche lettore è curioso di sapere che fine abbia fatto. In questo libro Paul non doveva essere un personaggio principale, ma un mezzo per giungere alla fine della narrazione, come lo sono stati Jack, Ashley e i due agenti. Ognuno ha avuto una parte in questa storia, ma nessuno di loro ha avuto tanto spazio quanto Carter e Giosy.
Qualcuno dice la stessa identica cosa anche riguardo Margiory.
Ogni lettore ha la propria visione riguardo il libro, le proprie domande ed è giusto che sia così. In qualche modo si entra in contatto con i personaggi nel momento in cui si desidera saperne di più.
Essendomi dilungata un po’ troppo, mi fermo qui.
Un abbraccio a tutti, specialmente all’autrice del blog che ringrazio per questa opportunità. Emma.


E in ringrazio Emma per essere stata così gentile e collaborativa. Vi lascio con il link al sito internet di Petali di Sangue dove potete leggere maggiori informazioni sul libro e sulle modalità di acquisto.

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